Mangiare biscotti durante una dieta dimagrante? Certamente!
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Mi stavo confrontando proprio l’altro giorno con una mia collaboratrice: «Sai, oggi ho visitato una paziente che ha un rapporto conflittuale con le diete – le dicevo – e questo perché non si è mai sentita ascoltata: sono anni che non assaggia serenamente un biscotto e, nonostante questo, non riesce a dimagrire». Questa cosa non ha di certo stupito la mia collega, ma a te potrebbe balenare nella testa un «Che significa?» grosso come una casa. «Tutti sanno che i biscotti non si mangiano a dieta!»
Ma… ne siamo sicuri?
Nell’articolo di oggi parleremo di biscotti per dieta dimagrante e li utilizzeremo come punto di partenza per affrontare un discorso molto più ampio: cosa significa davvero stare a dieta e perché continuiamo a chiedere il permesso di mangiare dolci.
E la ricetta dei miei biscotti? Arriva anche quella!
Di cultura della dieta se ne parla abbastanza?
Sappiamo bene, noi nutrizionisti, che fino a non molto tempo fa la dietologia viveva una stagione d’oro: alla fine del secolo scorso, infatti, tutti avevano iniziato almeno una dieta, seguiti da uno specialista o in completa autonomia, per lo più con lo scopo di ridurre la circonferenza della cintura.
La spinta alla magrezza era tale da rendere i biscotti per dieta dimagrante quasi un ossimoro, un cortocircuito tra piacere e punizione e che i dietologi e dietisti in qualche modo alimentavano, sedimentando quella che era – ed è tuttora – nota come cultura della dieta.
Questa pressione sociale verso un corpo più snello ha lasciato, però, una lunga scia di frustrazione, insicurezza e rigidità alimentari.
Ma cosa c’è di male nel desiderare un corpo snello?
Nulla, assolutamente nulla! È legittimo volersi sentire bene nel proprio corpo e aspirare a una diversa fisicità. Il problema nasce quando il dimagrimento diventa l’unico obiettivo, senza considerare la fisiologia individuale, la salute mentale e la sostenibilità nel tempo.
Paradossalmente, sono proprio le diete dimagranti più rigide – quelle che escludono intere categorie di alimenti – a rappresentare un fattore di rischio per l’aumento ponderale: si perde peso, certo, ma spesso si recupera tutto… con gli interessi!
Abbiamo un problema con il percepire le nostre esigenze
Per uscire da questa altalena di tutto-o-nulla (il biscotto me lo mangio solo quando non sono a dieta o nella giornata in cui è previsto il pasto libero, mentre il resto del tempo guai a “cedere”), invece, il trucco è proprio mangiarlo, il biscotto.
Schiere di pazienti rimangono incredule quando confido loro che, se piace, possono anche inserirlo nella loro routine quotidiana… anche in caso dovessero intraprendere un percorso incentrato sulla perdita di peso. Anzi, è proprio questa la “formula magica” per tornare a sentire il corpo e i suoi segnali: abbandonare le rigidità e le regole assolute.
In fin dei conti nel linguaggio comune, dieta è sinonimo di rinuncia. Ma nel mio lavoro, una dieta è un percorso di cura e consapevolezza, non una lista di divieti. E, soprattutto, non si tratta mai solo di cibo. Così, un biscotto non è solo un biscotto. È memoria, è conforto, è pausa, è cultura. E quando ti rivolgi a me per una dieta dimagrante, alla prescrizione “tecnica” affianco sempre una domanda che rivolgo più o meno esplicitamente: Cosa significa per te quel biscotto?
Iniziamo insieme se cerchi un approccio in cui i biscotti non siano un tabù in una dieta dimagrante ma uno strumento di consapevolezza!
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La cosa che vorrei dirti è che non esistono biscotti giusti o sbagliati a prescindere. Esiste il contesto, la quantità, il significato che attribuiamo al gesto di mangiarli. Esiste la possibilità di scegliere consapevolmente – senza automatismi e senza paura. E, sì: esistono anche biscotti per dieta dimagrante se smettiamo di cercare la perfezione nutrizionale e iniziamo ad abbracciare il nostro equilibrio.
Ricetta: i miei biscotti per dieta dimagrante, integrali e vegan
Se ti stai chiedendo se esistono davvero dei biscotti ideali per essere mangiati in una dieta dimagrante che siano buoni, semplici e adatti anche a chi segue un’alimentazione vegetale, questa è la mia proposta: una ricetta pensata per chi ha voglia di dolcezza, ma anche di lucidità… ovviamente vegani, così posso proporli anche a chi convive con intolleranze o attua quotidianamente scelte etiche specifiche.
Ingredienti (per circa 30 biscotti)
- 60 g di farina di riso
- 30 g di amido di mais
- 30 g di farina di mandorle (o altra farina di frutta secca)
- 30 g di latte vegetale (es. soia)
- 30 g di zucchero di cocco o altro dolcificante, a piacere
- 30 g di yogurt vegetale bianco al naturale
- 20 g di olio extravergine d’oliva dal sapore delicato (o olio di semi di girasole alto oleico)
- 4 g di lievito per dolci
Procedimento
Inizia mescolando gli ingredienti secchi in una ciotola capiente e fai lo stesso, a parte, con quelli liquidi. Unisci gli ingredienti liquidi a quelli secchi fino a ottenere un impasto omogeneo.
Riponi in frigo per circa un’ora e, una volta terminato il tempo del riposo, stendi l’impasto fino a ottenere uno spessore di 3-5 mm. Coppa i tuoi biscotti con un tagliabiscotti oppure con un coltello o il bordo di un bicchiere.
Cuoci a 180 °C in forno statico preriscaldato per circa 15 minuti, o fino a quando risulteranno ben dorati in superficie.
Cosa c’è – davvero – in questi biscotti?
Potrei parlarti della fibra, della qualità dei grassi, del carico glicemico di questa ricetta. Ma la verità è che non è importante saperlo se non in un contesto personalizzato di cura. E non è importante perché, nel momento in cui ti concederai il permesso di mangiare biscotti anche durante una dieta dimagrante avrai fatto il passo più importante: ti sarai riavvicinato alle tue esigenze e avrai smesso di pensare che un biscotto può rovinare una giornata di dieta altrimenti perfetta.
Un biscotto non ti farà ingrassare. La rigidità mentale, quella sì, invece, può pesare a lungo.
Un biscotto che non è solo un biscotto
Ti sarà chiaro, ormai, che il biscotto e la sua ricetta sono stati una piccola scusa per scrivere questo articolo e provare a presentarti un punto di vista diverso, per riconnetterti con il cibo in modo più onesto e libero. Senza contare le calorie – per quello, se serve, ci sono i professionisti. Ma per contare su di te, sviluppare pensiero critico e tornare a sentire il tuo benessere più profondo.
Sono riuscita a offrirteli in modo un po’ diverso?